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i resti della real cittadella

La cittadella fu costruita nell’ambito del potenziamento delle difese da parte del governo spagnolo. La Sicilia continuava a costituire un punto strategico all’interno dello scenario politico-militare e si rese necessario proteggerla in maniera adeguata: le nuove strutture difensive dovevano essere in grado di contrastare in primis attacchi nemici, ma anche eventuali ribellioni nella città; Messina in particolare occupava un posto di primo piano in questo programma di potenziamento.
L’incarico di costruire la Cittadella venne affidato dal Vicerè fiammingo Principe di Ligne a Carlo de Grunembergh nel 1679, appena dopo il ritorno degli spagnoli a Messina; i lavori procedettero speditamente e già nel 1682 erano praticamente terminati. Fu definita in duplice modo: “eterno freno dei malcontenti” dai sostenitori borbonici e “infame” dal popolo messinese. Riconosciuta come simbolo della dinastia borbonica, riuscì a sopravvivere oltre l’Unità d’Italia fra continue richieste di demolizione. Solo dopo il terremoto del 1908 venne in parte rasa al suolo.
La Cittadella, una delle fortezze più importanti del Mediterraneo, fu concepita per integrare le altre fortificazioni di epoca rinascimentale, infatti mancava una fortezza indipendente dalla città e in grado di coprire la zona tradizionalmente più vulnerabile agli attacchi dallo Stretto; in particolare Forte Gonzaga era troppo distante dal mare, e Rocca Guelfonia era addirittura inglobata nelle mura.

Grunembergh adottò una pianta pentagonale con baluardi a punta di freccia e inserì la struttura alla radice della zona falcata, in modo da poterla isolare dalla terraferma mediante l’uso di canali che sfruttavano le maree e le correnti dello Stretto. La struttura era rinforzata da falsebraghe, rivellini e controguardie; più di cento cannoniere presidiavano l’intero perimetro (che misurava circa 3,5km!!) consentendo una difesa pressochè completa e una copertura di tiro in tutte le direzioni.
Come già accennato, questa colossale macchina da guerra svolgeva la duplice funzione di difesa dagli attacchi lato mare , ma costituiva anche un metodo di repressione delle ribellioni in città come nel caso della rivolta antispagnola del 1848, quando sia i cannoni della Cittadella che quelli delle navi tirarono sulla città per sedare i rivoltosi. Fra l’altro questo episodio valse al Re Ferdinando II il poco invidiabile nomignolo di “Re Bomba”, coniato spregiativamente dai filo-sabaudi.

“La resa della Real Cittadella” opera di Gregorio Panebianco, datata 1892

Di questa controversa opera, al contrario di quanto si possa pensare, ne esistono ancora circa 3/5, la maggior parte dei quali risulta interrata; sono visibili brandelli di mura perimetrali e ampi locali interni, oltre a due dei cinque baluardi originari: i bastioni  S.Diego e S.Stefano. Alle demolizione è scampata Porta Grazia, una monumentale porta che è stata smontata e ricomposta presso piazza Casa Pia, dove è ridotta a mero elemento di arredo urbano!
I resti della Real Cittadella sono ora accessibili e visibili, in tutta la loro imponenza, dal piazzale d’imbarco delle navi Bluferries (F.S.), nella zona che prima era occupata da una baraccopoli abusiva e che ne nascondeva la visuale.

I lavori di riqualificazione dell’area, particolarmente difficoltosi vista l’alta concentrazione di relitti e rifiuti di natura industriale, hanno attraversato fasi alterne a partire dal 2006; fra il 2016 e il 2018 è stato finalmente demolito l’ecomostro rappresentato dall’ex inceneritore. Sempre nel 2016 sono state demolite le enormi cisterne, risalenti agli anni ’80, della ex stazione di degassifica all’interno dell’area ex Smeb che ancora oggi emana dal terreno miasmi nauseabondi di natura petrolifera.

Nel luglio 2019 l’Autorità Portuale di Messina, titolare della quasi totalità della zona, ha dato avvio ad una nuova fase di bonifica con la demolizione di alcune superfetazioni e manufatti che deturpavano le pertinenze della Real Cittadella, come il vecchio campo sportivo e altri ruderi più o meno abusivi.

AVANTI ADAGIO…

situazione al 24-09-2006 poco dopo lo sbaraccamento

situazione al 25-03-2007 in occasione delle “giornate di primavera” del f.a.i.

porta grazia

Cortometraggio sulle condizioni della Real Cittadella al giugno 2019.
Il video è opera di Alessandro Tumino (giornalista della Gazzetta del Sud), Giovanni Renzo (compositore e pianista) e Daniele Brigandì (cameraman e autore del montaggio) la voce narrante è dell’attore teatrale e cinematografico Maurizio Marchetti. Tutti sono messinesi.

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