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frazione mannello: chiesa di santa venera (1622-23)

La chiesa di S.Venera si trova al vertice del paese di Itala ed esattamente nella frazione Mannello.
Originariamente era una cappelletta di modeste dimensioni, ubicata sul versante opposto della vallata, proprio di fronte alla collocazione attuale, dove si davano convegno quei fedeli che avevano provveduto alla sua costruzione. In seguito sia per la sua piccolezza, sia perché il terreno si rivelò franoso, venne ricostruita sul luogo ove si trova oggi.
Riguardo questo trasferimento esiste anche una leggenda popolare tramandata oralmente secondo la quale fu S.Venera stessa a volere lo spostamento, poiché i fedeli depositavano la statua nella vecchia ubicazione, ma puntualmente la ritrovavano nell’attuale sito dell’edificio sacro.
Della primitiva costruzione rimangono il nome “S.Venera la vecchia” e qualche rudere visibile a tutt’oggi. È di epoca secentesca (1622-’23), con prospetto semplice. Il portale presenta due colonne scanalate con al di sopra un piccolo frontale triangolare contenente una statuetta, presumibilmente di S.Venera.
Entrando si nota sul pavimento la copertura in marmo di un ipogeo che contiene i resti dei frati agostiniani morti nell’attiguo conventino. A sinistra al di sotto di un quadro ormai logoro dal tempo (due frati agostiniani che contemplano il crocifisso) si nota al muro la memoria sicuramente di una benefattrice della chiesa.
La chiesa ospita anche una vetusta statua di S.Marco, nonché un mezzo busto di S.Venera, recentemente restaurato. Un’antica statuetta di S.Giuseppe appartenente all’omonima cappelletta ormai scomparsa della frazione, è ospitata nella piccola nicchia a destra di chi entra.
La costruzione del piccolo convento attiguo fu approvata a Roma in data maggio 1624 e la posa della prima pietra avvenne il 9 marzo dello stesso anno.
La devozione per S.Venera ebbe un incremento decisivo a partire da un episodio particolare: in una notte dell’inverno 1643 fra le ore 4 e le 5, fu sentita suonare la campanella della porta del convento, ma il frate che andò ad aprire non trovò nessuno! Voltatosi poi verso il dormitorio vide delle fiamme e si prodigò subito di chiamare aiuto allo scopo di domarle; si pensò subito che a suonare la campanella era stata S.Venera per svegliare i frati e permettere loro di salvare sia la chiesa che il convento.
Nel luglio 1866, la comunità di frati lasciò il convento e a curare la chiesa vi rimase un sottopriore, tal D’Arrigo, paesano, che dovette assistere alla vendita e alla rovina dell’edificio annesso alla chiesa. Difatti un certo Carmelo Crisafulli, ex prete, comprò dal Demanio l’intero complesso ex conventuale col solo scopo di servirsi del materiale, nello specifico di tegole e travatura, per impiegarli nella copertura di un nuovo pastificio eretto nella frazione Marina (fra l’altro, ironia della sorte, dopo breve andato distrutto da un incendio).
I locali dell’ex convento sono ora ridotti ad un cumulo di macerie.

Per le notizie contenute in questo paragrafo, un sentito ringraziamento va all’Arciprete don Giovanni Cacciola, già Parroco di Itàla, scomparso nel 2017.

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